giovedì 21 gennaio 2010

La velocità di liberazione

La velocità di liberazione, Paul Virilio, ed. Mimesis, eterotopia. Edizione originale 1995

La velocità di liberazione: 28.000 km/h, ovvero la velocità necessaria per staccarsi da terra, per sfuggire alla forza di gravità.

"Se la perdita di distanze inaccessibili si accompagna ad una prossimità mediatica che deve tutto alla velocità della luce, dovremo altresì molto presto abituarci agli effetti della distorsione delle apparenze provocate dalla prospettiva del tempo reale delle telecomunicazioni, prospettiva in cui l'antica linea dell'orizzonte si ripiega nel quadro dello shermo; l'elettro-ottico soppianta l'ottico dei nostri occhi"

p.23

Questo stravolge la categorie tradizionali di spazio e tempo

"Non più unicamente il tempo della succesione cronologica classica, ma ancora quello di un tempo di esposizione (cronoscopico) della durata degli avvenimenti alla velocità della luce..."

L'ESPOSIZIONE soppianta la SUCCESSIONE.

p.24

"...Disinganno filosofico con cui si sfuma, con l'idea della natura del secolo dei lumi, l'idea del reale del secolo della velocità della luce."

p.26

"Viviamo ossessionati da immagini e miti di velocità e ambiguità, mentre gli spazi che costruiamo insistono pervicacemente nel definire, delimitare, confinare"

Massimo Cacciari, La città infinita, catalogo della mostra. p.57

Virilio parla di un CONDIZIONAMENTO ELETTROMAGNETICO DEL TERRITORIO

- uomo terminale
- tempo reale uccide il tempo presente
- lo spazio diventa "critico"
- corpo come "territorio urbano"
- Atopia - Utopia - TELETOPIA

Scompaiono le categorie di QUI e ORA per far posto a un ALTROVE COMUNCATIVO
Da qui problemi e spunti per urbanisti e uomini politici.


cronologico prima durante dopo
cronoscopico sottoesposto esposto sovraesposto

Inoltre con le comunicazioni elettroniche scompaiono le categorie di partenza-viaggio-arrivo ma rimane solo un arrivo generale.

Virilio parla poi di URBANIZZAZIONE DEL TEMPO REALE
Ovvero equipaggiare il cittadino terminale per farlo spostare virtualmente altrimenti rimane un "handicappato motorio".


"D'altronde tutta la storia della prospettiva del '400 non è altro che una lotta, una battaglia di geometri accaniti nel tentativo di farci dimenticare l'"alto" e il "basso" a esclusivo favore del "vicino" e del "lontano"".

p.13

"Il punto di fuga verso l'orizzonte del Quattrocento adesso si duplica in quello del Novecento: oggi vi è un'uscita verso l'alto" [come non pensare a Google Earth, ndA]

p.22

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