sabato 23 gennaio 2010

urban ecology Bow-wow

urban ecology

"If we stop using metaphors of mechanistics and semiology and start using metaphor of ecology, then it should be possible to discover layer upon layer of meaningful environmental unities, even within the landscape of Tokyo. This is a complex interwining of people, the flow of things, elements of the environment and time; something which can never be obtained by the bird's eye view. Through walking around the reality of everyday life, we can start to see an urban micro-ecosystem, or theatre of urban dwellers." p.36

Made in Tokyo , Momoko Kaijima, Junzo Kuroda, Yoshiharu Tsukamoto, Kajima institute Publishing Co., Tokyo, 2006

Kuma e Tokyo

"At the time [1970’s, ndR], I was interested in architecture that was a mapping of the city of Tokyo. This attempt to become involved in the city through a stratagem of mapping or correspondence was in part the result of the influence of my graduate-school mentor. Hiroshi Hara. Whereas the city planning schemes of the 1960s projected certain geometries onto the city, Hara’s stratagem was to reverse that vector and to map the city inside small projects. Making free use of various “mathematical” concepts and trying to map the city inside box-like houses, he attempted to reverse the expansionist tendency shown by Tange and Kurokawa.
What I did in Small Bathhouse in Izu and M2 was to cut-and-paste Tokyo-like forms and Tolyo-like objects. At the time, I believed that an approach based on the cutting and pasting and remixing of dissimilar elements was Tokyo-like in spirit." p.14

"The Tange Research Group received all the attention at the University of Tokyo because of its splendid forms; meanwhile, the Uchida Research Group quietly explored the material and physical potential of architecture, focusing on details and structure. When I was a fourth-year undergraduate student, I learned this approach from professor Yoshichika Uchida." p.18

Studies in organic, Kengo Kuma and Associates, TOTO Publishing, Tokyo, October 2009

Organisms as relationships Kengo Kuma

Organisms as relationships

"Even Wright did not think of an organism as a matter of relationship with the outside world. The biggest achievement of the twenty first century view of organisms has been the perception that an organism is not autonomous but survives through relationships with the external world." p.56

Organisms as a Yardstick (pietra di paragone) for architecture

"If the leading role in architecture is played by organisms called human beings, then it seems to me only natural to regard architecture as a matter of relationships, that is, the relationship between organisms and matter on the one hand and the relationship between organisms and the environment on the other" p.52


"The philosophy of Deleuze and Guattari is critical of the human tendency to frame concepts in terms of opposites. They not only are critical of the tendency to divide the ambiguous world of ideas in two by means of dual opposition but assert that dual opposition itself is invalid. […] The boundary between the two states [solid and liquid, ndR] is ambiguous and relative. That was the point made by Delueze and Guattari. The relationship between our bodies and surrounding matter is expressed at times as solid and at other times as liquid. Relationship determines everything." p.46

venerdì 22 gennaio 2010

L'ordine nascosto di Yoshinobu Ashihara

L'ordine nascosto di Yoshinobu Ashihara.

arch. tradizionale giapponse:

- sistema montate-trave
- no pareti di sostegno
- importanza del pavimento - togliere le scarpe
- locali bassi

casa come camera da letto. Dormitorio. Le altre attività si fanno all'esterno.

Importanza dell'ombra (Junichiro Tanizaki)

occidente: ombre nette
oriente: ombre dai confini sfumati

"Questo contrasto è evidente nel paragone fra Parigi e Tokyo. Parigi è una città divisa, con preveggenza, in parti staccate dal tutto, mentre Tokyo segue il senso del tutto, avvolgendo tutte le sue varie parti. Parigi è una splendida, bella città invero, ma potrebbero incontrarsi delle difficoltà ad adattarla alle esigenze del XX secolo[...] Tokyo, per contro, resta un tutto inarmonico, dotata di una tenace sopravvivenza e di adattabilità amabiche. E' una brutta, caotica metropoli, ma è organica e in costante travaglio di compimento"p. 29

CITTA' AMEBA
ambiguità del profilo e delle forme, dotata di geometria frattale.

"Entriamo in un tempo in cui la realizzazione individuale e i gusti particolari richiedono priorità[...]. Questo spostamento di valori sta già cambiando la vita economica e politica, e senza dubbio ha attinenza con lo sviluppo delle città moderne. La qualità di una città come Tokyo, che è orientata verso le parti, benchè appaia caotica e manchevole di qualsiasi principio d'ordine, possono essere apprezzate dell'epoca che sopraggiunge" p.105

linee ferroviarie Naomichi Kurata

"In Giappone non si può tracciare la storia della città senza parlare dello sviluppo dei sistemi ferroviari. Si dice, cioè, che la maggior parte dei nodi urbani non siano il prodotto degli interventi urbanistici dei governi locali o nazionali, ma piuttosto il risultato di attività commerciali o di strategie finanziarie di società connesse alle ferrovie." p.85, Naomichi Kurata, Casabella 608-609

città postumanistica Livio Sacchi Bernard Tschumi

"Un sistema che sembra concretizzare l'appello di B. Tschumi per una città "postumanistica", che intervenga, cioè, in un momento in cui le nozioni di unità e coerenza non sono più direttamente applicabili, [...] caratterizzata da ciò che si potrebbe chiamare decentramento, una dispersione del soggetto. Un sitema, infine, che sembra mettere effettivamente in scena il futuro e che non può non farci pensare che in fondo il "coas" sia soltanto un ordine da decifrare."

made in Tokyo

"We thought that although these buildings (intondono gli edificthe city i DA-ME) are not explained by of Tokyo, they do explain what Tokyo is." p.9

"The result of the observation also depends on the method of representation. If the method doesn't suit the observation, the result often can't be grasped." p.11

"Tokyo is a giant maze-like city without physical navigational aids such as axes or urban planning" p. 11

"Tokyo is really a contradictory place, because it is in fact these buildings which most clearly reflect it's quality of urban space, whereas the translation of issues of place through history and design seems like a fabrication" p.12

"The landscape of Tokyo is a Random layering of differents buildings corresponding with multiple social porpouses. We hope in our design work to clearly represent possibilities for urban future by being cenistent(?) with the principle findings of our research" p.15

Tokyo fractal geometry Botond Bognar

"Tokyo, by the way of its disordered disposition, costitutes an urban nexus that is as much indefinite as it is infinite. Its conception and spatial organization, devoid the rules of Cartesian geometry, and thus those perpective perception as well, could be perhaps described with the help of contemporary chaos teory and B. Mandelbrot's theory of fractal" Botond Bognar

metabolismo 2

"La maggior parte dei progetti dei metabolisti cercava di ridefinire il rapporto tra la sfera pubblica e gli spazi privati; in molti casi questi ultimi prendevano la forma di minicapsule pensate per la produzione di massa." Skira, dizionario dell'architettura

gruppo dei metabolisti

Fumihiki Maki
Kenzo Tange
Kikutake
Kurokawa
Kawazoe (critico d'architettura)

Secondo Tsukamoto (Atelier Bow-wow) Shinohara e Isozaki si staccarono dai metabolisti perchè "il senso di identità e individualità si era totalmente smarrito". Loro hanno cercato di affermare la poetica dell'individualità, come fece anche Toyo Ito (maestro di Sejima e Jun Aoki) che lavorò da Kikutake ed esere rimasto deluso.

"E' interessante rilevare come, guardando a tutti i piccoli studi che operano oggi a Tokyo, ciascuno dei quali sta rigenerando un granellino della città, ci si trovi di fronte a una nuova forma di Metabolismo. In un certo senso si potrebbe dire che, a livello di gruppo, stiamo portando in avanti il lavoro dei metabolisti, non in modo idealistico o immaginario ma in maniera assolutamente pratica e fattiva"

p. 227 ma di che libro? instant asia? quello di Livio Sacchi?

"Non abbiamo nessun interesse per l'architettura "eroica". Si tratta di qualcosa che viene dal profondo: quello che vogliamo è contribuire a produrre spazio vivo." p.227

spazio pubblico in Giappone: mescolanda di "aria domestica" e "microcommercio".
invasione dello spirito domestico nel settore pubblico e commerciale. p.236

Interesse per il tessuto urbano di Tokyo. Varietà e vitalità data dal singolo edificio, dal singolo frammento. Come dei villaggi. Si tratta di un tessuto molto aperto e dinamico. Quello progettato è chiuso, statico.

Intervenire con MICROURBANISTICA

instant Asia

intervista ai Bow-wow nel libro Istant Asia di Joseph Grima, Skira, 2008

cercare il testo: Scrap and building. Alternatives to the corporate redevelopmentof Tokyo. pubblicazione di Harward.

Secondo i Bow-wow c'è un ritorno verso il centro dai sobborghi

A Tokyo l'high-rise è sviluppata solo dai grandi operatori finanziari. (vedi la legge sulle misure speciali per la Rinascita urbana, 2002)

Per Tsukamoto "essa segna la fine di una resistenza tipicamente giapponese alla pianificazione e il tramonto di quella tradizione di piccoli interventi di piccola scala che aveva caratterizzato il tessuto urbano di Tokyo a partire dal secondo dopoguerra."
"La grande maggioranza degli edifici residenziali e commerciali di piccola scala della capitale, è il risultato di negoziazione contestuale semi-spontanea"
"Com'è noto, la vita limitata dei suoi edifici rappresenta una delle idiosincrasie architettoniche del Giappone: fino a oggi infatti la politica del fare e disfare (ovvero la frequente distruzione e ricostruzione degli edifici) continua a rappresentare la norma. Il tessuto urbano di Tokyo è dunque in stato di perpetua rigenerazione, frammento dopo frammento, giorno dopo giorno".

p.17

giovedì 21 gennaio 2010

traduzione

"tradurre è sempre tradire e, come nota un autore Ming, la traduzione, nel migliore dei casi, può essere paragonata al rovescio di un broccato - ci sono i fili, ma non la finezza dei colori e del disegno" Lo zen e la cerimonia del tè, Kakuzo Okakura, Sellerio editore, Milano, 2006 p.33

"La concezione taoista (laotse), secondo cui l'immortalità risiede nel perenne mutamento, permeava tutte le forme del pensiero. E' importante il processo non l'atto. Realmente visrtuale è l'azione del compiere, non ciò che viene compiuto." p.27

metabolismo 1

Le casette fitte fitte sembrano quasi essere le cellule metaboliste che si immestano sulle grosse infrastrutture. Una sorta di metabolismo orizzontale al posto del metabolismo verticale dei metabolisti storici.

Tokyo-città infrastruttura

stazioni
bus
taxi infiniti (quanti taxi ci sono a Tokyo)
scale mobili
edifici permeabili
suolo e tetti piccoli

beyond the bubble

Beyond the bubble, the new japanese architecture, Botond Bognar, London, Phaidon press, 2008

Botond Bognar insegna alla university of Illinois at Urbana-Champain ed ha curato molti liri sul Giappone e sugli architetti giapponesi.

"As the result of a very tradition in [Japan], the values of a craftmanship prevail over the rarity or antiquity of an object" Vittorio Gragotti a p.8

"The Japanese city difies analysis but invite descriptions" p.17
"There was no a tradition of using a city as a metaphor for utopian ideals. Nor is there a tradition of conceiving the city as a form of cosmic symbolism and as an autonumous political system" p.17
"The city is happening" p.17

cercare testi del critico Koji Taki parla di "pet urban" society in Japan.

"Urban Japan is the largest world's optimum urban laboratory: by definition experimental [...], a paroxysm of value-free juxtapositions, in which a kaleidoscope of random parts flourish to the limits of possibility, which aggressive obliousness to the whole. This accelerated drive trapasses oue reality and reveals new value." Eleni Gigantes p.16

Tasse sul terreno altissime. Introdotte nel dopoguerra per evitare le speculazioni.

- cambi di proprietà soventi
- grossi investimenti per ripagare l'acquisto
- enormi prestiti bancari
- terreno rubato al mare

In passato, prima di Kyoto e Nara, la capitale si spostava spesso: Naniwa, Asuka, Omi, Fujiwara, Kumi, Nagaoka, etc.

Durante gli anni della bolla molti architeti hanno avuto una carriera fulminante perchè c'era una richiesta altissima. Questi i nomi degli architetti considerati da Bognar i più "speculatori":

Ryoji Sukuki
Hajime Yatsuka
Hiroyuki Wakabayashi
Astushi Kitagawara
Masaharu Takasaki
Akiko + Hiroshi Takasahashi (workstation)
Shin Takamatsu

Le avanguardie negli anni '80

Tadao Ando
Toyo Ito
Hiroshi Hara
Kazuo Shinohara
Itsuko Hasegawa
Hiromi Fujii

Vecchie guardie

Tange
Maki
Isazaki
Kurokawa
Takeyama
Aida
Tanigychi

glossario di concetti spaziali per Giappone

Un glossario di concetti spaziali, Teruyuki Monnai, in Casabella n. 608-609

NOKISHITA: Spazio sotto la grondaia

MA: tempo+ spazio. Intervallo tra due oggetti o tra due momenti. Il "vuoto" tra due cose. Solo in Giappone si "mishia" un intervallo sia spaziale che temporale. Il Kanji fu importato dal cinese ma indicavo solo l'intervallo spaziale. Questa espressione si usa anche in musica.

OKU: spazio più interno. Vedere i saggi di Fumihiko Maki (ha addirittura coniato il termine okuità) e Tadao Ando. L'oku si raggiunge dopo avere attraversato diverse soglie più o meno nette.

UTSUROI: Quando la divinità (kami) emerge dall'ombra. Simboleggia il cambiamento, il passaggio di stato.

MIEGAKURE: Sistema spaziale dove non puoi cogliere tutti gli oggetti nello stesso momento. Ad esempio il giardino kaiyushiki.

MITATE: metafora. Simboleggia qualcosa con degli elementi. Ad esempio il giardino Karesansui.

YOHAKU: Principio secondo il quale gli elementi inutili sono progressivamente eliminati. (minimalismo giapponese)

WABI, SABI: 1 vita austera vissuta in povertà e sobrietà. 2 (sabi) patina del tempo.

"La caratteristica dello spazio urbano, in cui si ritrovano alcuni dei concetti spaziali che abbiamo descritto, è di avere una struttura in cui parti eterogenee sono collegate da relazioni flessibili.
Nello spazio della città giapponese sono queste parti a rivelare una coerenza interna mentre il loro insieme è il frutto di un processo di accumulazione apparentemente casuale, privo di un ordine visualizzabile."

Shinohara 1

Kazuo Shinohara negli anni '60 celebra la bellezza del caos di Tokyo e cerca di rendere questo caos un materiale di progettazione. Shinoara parla di progressive anarchy. Nel 1981 fece uno studio sull'area attorno alla stazione di Shibuya. Era una ricerca fatta attraverso i quotidiani (Stefano Boeri anni più tardi ne ha fatte diverse usando i giornali, di cui la più recente è Milano cronoche dell'abitare)

Alcune delle caratteristiche del caos apparente (per usare l'espressione di Ashihara):

RANDOMNESS
FUZZINESS (fuzzy=crespo)
FRACTAL
CHAOS

Interessante la considerazione che fa Shinohara sull'architettura contemporanea che per lui dev'essere come un "open system space". Considerazioni molto attuali.

Queste considerazioni emergono da un'intervista DI Hans Ulrich Obrist a Itsuko Hasegawa, allieva di Shinohara.

Microurbanism 1

Chang Yung Ho, FCJZ studio, primo stutio di architettura privato in Cina.

Microurbanismo

alta densità in Cina (si vuole importare in Europa)

"I refer a "micro-urbanism" if every sigle building, regardless the size, achieves a positive relationship with the city, the city will, for sure become a positive place to live."

"We are trying to analyze specific urban condition to come up with specific tatics, which can be myopic. Thus, we feel like all we do is not building design but micro urnab design."

intervista con Hou Hanru, art curator

post bubble city

Bow-wow from Post bubble city, Atelier Bow-wow, INAX publishing, Tokyo, 2006.

Nell'introduzione vengono fatte delle considerazioni riguardo ad uno scivolamento verso l'individuo.
La spazio utlimo, il corpo, come qualcosa di sociale.
Si domandano se paradossalmente oggi la progettazione di case per un singolo non si possa considerare come edilizia sociale/pubblica.

MICRO PUBLIC SPACE

"Miscro public spaces emerges from adjusting the postures of people and their layout in a space. Through our installations and forniture for a member of art exhibitions, this has become a series" p.173

Infatti ciò che hanno esposto alla Biennale di architettura di Venezia nel 2008 era esattamente questo (posterò la foto). Mi vengono in mente altri esperimenti di piccoli "strumenti" in grado di generare spazi: gli Stalker a Campo Boario e molte installazioni dei Cliostraat, di cui una anche a Tokyo.

Nell'articolo Re:contextualism del suo libro intitolato After the crash, architecture in Post-bubble Japan, Thomass Daniell sostiene che la generazione dei Bow-wow è più attenta al contesto ed inoltre si lavora con budget ridotti e in progetti di scala molto più piccola.

spazio pubblico giapponse

E' difficile un confronto tra lo spazio pubblco giaponese e quello europeo.

Secondo l'architetto Hajime Yatsuka l'espressione "public realm" non ha un equivalente nella lingua giapponse. Esiste però la SAKARIBA :"distretto di divertimenti vicino ai ponti o alle zone di transito"

Per Kazuo Shinohara la Sakariba è definitivamente lo spazio urbano giapponese.

"The teeming (affollate) streets of Tokyo were the starting point to the formation of my architectural and urban theme, which I call "progressive anarchy"".

K.Shinohara p.89 del libro di Thomas Daniell, After the crash:architecture in post-bubble Japan, Princeton architectural press, New York, 2008.

the urban planning in Tokyo

the urban planning in Tokyo, un capitolo tratto dal libro Architecture and urnbanism in Tokyo, a cura di Norihiko Dan. Si tratta di una conversazione tra Hidetoshi Ohno e Norihiko Dan.

anni' 40 progetto di una green belt (come a Londra) che non venne mai realizzata.
Secondo Ohno la fortuna del Giappone fu quella di avere un buon rapporto e appoggio dagli USA dopo la seconda guerra mondiale. Il Giappone era la base Americana per seguire la guerra di Corea (scoppiata nel 1949).
Secondo Ohno, dopo la II guerra mondiale, la tendenza degli organi predisposti all'organizzazione del territorio fu quella di controllo più che di promozione, seguendo le leggi del libero mercato.
Negli anni'80 la città da luogo di produzione diventa luogo di consumo, sviluppo del neoterziario.

A Tokyo è difficile dire dove stanno i ricchi, non c'è questo tipo di distinzione. Ohno parla di "ambiguità degli spazi urbani".

Secondo Ohno esiste una buona mobilità sociale (chiunque studia e lavora sodo può riuscire nella vita) però oggi questo, anche per l'effetto dello scoppio della bolla speculativa degli anni'90, sta un po' diminuendo. Questa mobilità sociale è causata anche dalle forti tasse di successione che rendono difficile per una famiglia rimanere ricca.

Ohno ritiene che ci sia poco senso del pubblico, del comune o dell'aggregarsi. Anche per questo all'estero i giapponesi non fanno molta comunità a differenza degli italiani o dei cinesi.

Secondo Ohno esiste un eccesso di democrazia e partecipazione nelle decisioni urbanistiche, servono persone competenti che si prendano delle responsabilità.

Toyo Ito dice che gli architetti producono solo delle increspature, non hanno la forza di fare sistema, parla di sconfitta dell'urban design.

architecture and urbanism of Tokyo

Architecture and urbanism of Tokyo, Norihiko Dan, 2008

chapter "Topographical chart of Tokyo", Shuichi Matsumura & Hiroshi Ota. A questo aggiungo anche alcuni informazioni tratte dal capitolo "history of Tokyo" di Hiroyuki Sukuki. Inoltre il capitolo "the urban planning in Tokyo" intervista tra Norihiko Dan e Hidetoshi Ohno.

Tokyo giace sulla pianura creata dalla sedimentazione dei fiumi Edogawa, Arakawa, Sumidagawa.

Tokyo ha ereditato la composizione spaziale di Edo principalmente divisa in Shitamachi e Yamanote.
SHITAMACHI: piccoli commerci e servizi mischiati nella griglia della città completata da piccole abitazioni. Si sviluppa nella parte più bassa e pianeggiante.
YAMANOTE: Un mosaico di parcelle irregolari con distretti d'affari a grande scala legate ai templi e a grandi proprietà feudali. Si sviluppa nella parte più alta con colline. Una complessa rete di strade le collegava.

1869 inizio della riforma Meiji, Edo-Tokyo diviene capitale. Si spostano i funzionari e i membri della corte (daymio) che stabiliscono le loro residenza nella zona Yamanote.
1872 grande rogo, nasce la Ginza brick town (inizio dell'occidentalizzazione anche nella costruzione della città. Il masterplan è di un architetto tedesco)
1870 inizia lo sviluppo delle ferrovie.
1910 grande espansione dei sobborghi sostanzialmente senza controllo trane una city planning laws del 1919. Espansione industriale.
Terremoto del Kanto del 1923, Tokyo distrutta.
- necessità di un nuovo disegno urbano ( la struttura del centro cambiò molto e venne regolarizzata molto)
- si iniziò a progettare edifici antisismici.
- rifacimento di molte strade.
- rifacimento e aggiunta di molti PONTI.
- Da qui in poi iniziò a svilupparsi il processo di costruzione di linee ferroviarie di prorpietà di compagnie private che possedevano spesso anche i terreni attorno alle stazioni ed erano interessate a urbanizzare.
1927 Asakusa Line, metropolitana.
1943-45 Bombardamenti seconda guerra mondiale, Tokyo distrutta. Grandi piani di ricostruzione. Un fenomeno interessante è la costruzione di città gemelle alle grandi città fatte per i pendolari. Osaka-Chisato; Takakuraji-Nagoya; Tokyo-Tama.
1963 tolta la legge che limita l'altezza degli edifici-
1964 giochi olimpici, grossa trasformazione di Tokyo. Grandi arterie autostradali e copertura di molti canali. Shinkansen Toyko-Osaka.
anni '70 riconversione di molte aree industriali. (Già negli anni '70)
1980 mixed-used areas nella zona Yamanote.
Tra gli anni '80 e '90 la città passa ad essere luogo di consumo da luogo di produzione. Grande sviluppo del new terziary.

"The growth of the giant metropolis of Tokyo was guided by the construcion and development of railways.[...] As result, Tokyo formed compact city areas clustered around the railways stations, making railways the primary mode of acces to the city center." p.38

La velocità di liberazione

La velocità di liberazione, Paul Virilio, ed. Mimesis, eterotopia. Edizione originale 1995

La velocità di liberazione: 28.000 km/h, ovvero la velocità necessaria per staccarsi da terra, per sfuggire alla forza di gravità.

"Se la perdita di distanze inaccessibili si accompagna ad una prossimità mediatica che deve tutto alla velocità della luce, dovremo altresì molto presto abituarci agli effetti della distorsione delle apparenze provocate dalla prospettiva del tempo reale delle telecomunicazioni, prospettiva in cui l'antica linea dell'orizzonte si ripiega nel quadro dello shermo; l'elettro-ottico soppianta l'ottico dei nostri occhi"

p.23

Questo stravolge la categorie tradizionali di spazio e tempo

"Non più unicamente il tempo della succesione cronologica classica, ma ancora quello di un tempo di esposizione (cronoscopico) della durata degli avvenimenti alla velocità della luce..."

L'ESPOSIZIONE soppianta la SUCCESSIONE.

p.24

"...Disinganno filosofico con cui si sfuma, con l'idea della natura del secolo dei lumi, l'idea del reale del secolo della velocità della luce."

p.26

"Viviamo ossessionati da immagini e miti di velocità e ambiguità, mentre gli spazi che costruiamo insistono pervicacemente nel definire, delimitare, confinare"

Massimo Cacciari, La città infinita, catalogo della mostra. p.57

Virilio parla di un CONDIZIONAMENTO ELETTROMAGNETICO DEL TERRITORIO

- uomo terminale
- tempo reale uccide il tempo presente
- lo spazio diventa "critico"
- corpo come "territorio urbano"
- Atopia - Utopia - TELETOPIA

Scompaiono le categorie di QUI e ORA per far posto a un ALTROVE COMUNCATIVO
Da qui problemi e spunti per urbanisti e uomini politici.


cronologico prima durante dopo
cronoscopico sottoesposto esposto sovraesposto

Inoltre con le comunicazioni elettroniche scompaiono le categorie di partenza-viaggio-arrivo ma rimane solo un arrivo generale.

Virilio parla poi di URBANIZZAZIONE DEL TEMPO REALE
Ovvero equipaggiare il cittadino terminale per farlo spostare virtualmente altrimenti rimane un "handicappato motorio".


"D'altronde tutta la storia della prospettiva del '400 non è altro che una lotta, una battaglia di geometri accaniti nel tentativo di farci dimenticare l'"alto" e il "basso" a esclusivo favore del "vicino" e del "lontano"".

p.13

"Il punto di fuga verso l'orizzonte del Quattrocento adesso si duplica in quello del Novecento: oggi vi è un'uscita verso l'alto" [come non pensare a Google Earth, ndA]

p.22

Henry Lafebvre

Henry Lafebvre (1901-1991) filosofo e sociologo francese.

Profonda critica alla vita (routine) quotidiana.

fece parte del movimento surrealista
influenzò l'Internazionale Situazionista
influenzò il Maggio Francese

testi:

La produzione dello spazio. 1974
Il diritto alla città. 1968
Rythm analysis: space, time and everyday life continuum, Londra, 2004
Spazio e società. rivista

Takashi Murakami


Takashi Murakami è un artista giapponese. Ha coniato l'espressione Superflat.

"This superlflat spatial realm - in contrast to a finite, closed circulard world - is an expansive, flat borderless field."

Japan. Towards a totalscape. p.97

"A world with no trascendent dimension, in which the pyramidal social structure collapses in favor of horizontal models and routines of everyday life collapses into a condition of listlessness. (svogliatezza, pigrizia, apatia)."

Hiroshi Azuna, philosopher

Secondo Murakami questa "flatness" si trova anche in molta architettura. Per esempio tutta l'architettura che favorisce la facciata, la pelle dell'edificio nascondendo e mettendo in secondo piano struttura e funzioni. Mi viene in mente la visione di Ginza dall'alto della Tokyo tower che ha un'immagine notturna completamente diversa dal resto della città.

Superflat urbanism

- diffondersi di catene, alberghi, ristoranti, karaoke, pachinko tutti uguali.
- spazi pubblici invasi da schermi. Ci si interfaccia a questi pannelli (Blade runner). Lui la definisce "information architecture".

Homo mobensu

Kisho Kurokawa (fondatore del fruppo dei metabolisti giapponesi) predisse il passaggio da building city a information city e coniò l'espressione "homo mobensu" che sembra molto simile all'Homo ludens di New Babylon di Costant.

"With the advent of the mobile phone (e io aggiungeri dell'i-phone) and interne, a whole new invisible layer of space is constantly around us, combining with the physically moving bodies."

Japan. Towards a totalscape. p.100

Quest'ultima affermazione è molto interessante pensando al concetto di realtà arricchita che si sta svilupando recentemente.




domenica 3 gennaio 2010

l'algoritmo al potere

L'algoritmo al potere. Vita Quotidiana ai tempi di google, Francesco Antinucci, Editori Laterza, Bari 2009.

I-phone (p. 12)

L'i-phone non è un telefonino, e non è un browser per internet e non è neanche un computer, né un i-pod, né un navigatore satellitare, né una macchina fotografica ecc. L'i-phone fa tutte queste cose, ma le fa integrandole in un sistema che sfrutta crucialmente il web ed è pensato per essere in movemento. Ed è questo "sfruttare" e questo "essere pensato per" che è fondamentale. [...] Questo sistema integrato è molo, molto più che la somma delle parti: non soltanto per il banale, anche se validissimo, motivo di una maggiore efficienza efficacia (vedi il paragone con la guida/mappa fisica), ma perchè a questi livelli si aprono possibilità tali da modificare sostanzialmente comportamenti e abitudini della generalità delle persone. In un certo senso, l'integrazione va a comprendere le persone: aspetti non secondari della vita della persona vengono integrati nella tecnologia e nella rete. Ne vedremo subito qualche esempio.


social networking (p.25)

Già, ma cosa ci si fa con questa strana possibilità? [comunicazione molti a molti portata da internet, ndr] E' facile dirlo dopo che è successo, ma è molto difficile immaginarlo prima sulla sola base della descrizione appena data, che è tutto ciò che la tecnologia letteralmente abilità. La chiave di volta è la reciprocità di ruolo insita in questa struttura, portata a livello di un'intera comunità: definita questa comunità come tale (attraverso un tema di interesse, o caratteristiche dei partecipanti, o qualunque altra cosa/attività), ne risulta il social networking. E questa si che è una vera e grande innovazione. Questo è qualcosa che non è mai esistito prima, qualcosa che si aggiunge sia come forma sia come contenuto, una nuova "forma-contenuto", se si vogliono usare i due termini precedenti

i-phone + social networking (p.110)

...App store che è costruito con la logica del social networking applicato alla produzione del software: chiunque può non solo scaricare il software ma anche produrlo e metterlo nello store, ed è proprio questo che ha generato la sua crescita esponenziale.

differenziazione cognitiva (p.81)

Coloro che sanno, e sopratutto coloro che più sanno, beneficiano enormemente del web [...], mentre coloro che sanno meno finiscono col saperne ancora di meno: rispetto alle fonti "garantite" [dedica un capitolo a wikipedia e a Citizendium, una specie di wikipedia controllata da esperti: http://en.citizendium.org/wiki/Welcome_to_Citizendium] di una volta, oggi è molto più facile assorbire errori/falsità o irrilevanze. Così, la rete, proprio per i suoi meccanismi egalitari di accesso diretto di tutti a tutto, finisce con l'aumentare, anzichè diminuire la differenziazione cognitiva.

Entusiasti, incazzati e prime donne (p.65)

Ovvero il profilo degli utenti "attivi" che inseriscono giudizi (per esempio nei ranking delle guide dei ristoranti) e determinano le classifiche che poi tutti gli utenti seguono.

Cosa ha determinato il successo di google (p.42)

I fondatori di Google e il loro staff tecnico hanno messo alla base del loro operare alcune idee strategiche di importanza fondamentale. La prima di queste era prendere sul serio - già dalla metà degli anni Novanta - che la crescita del web era letteralmente esponenziale e, sopratutto, che avrebbe continuato ad esserlo. (a metà del '94 c'erano in tutto 2700 siti web) Questa idea aveva alcune conseguenze cruciali che invece i concorrenti non furono in grado di identificare. La prima - più ovvia- che il bisogno di avere un motore di ricerca efficiente sarebbe aumentato ancora più del web. La seconda - meno ovvia- che nessuna procedura di ricerca basata sull'impiego di personae umano avrebbe potuto stare dietro a questi ritmi di crescita e a queste dimensioni: dunque la ricerca avrebbe dovuto essere esclusivamente algoritmica.
Il PageRank, nome dell'algoritmo, tiene traccia di tutti i legami ipertestuali che puntano a una determinata pagina e assume che quanto più numerosi sono questi tanto più alto è il "rango", l'importanza di una pagina: a prima vista, una misura abbastanza grossolana. Se però si utilizza il criterio ricorsivamente, le cose cambiano. Si va allora a vedere quante citazioni hanno a loro volta le pagine da cui provengono le citazioni alla pagina target e in base a questo si assegna un valore anche alla citazione: la citazione da parte di una pagina poco citata avrà un valore inferiore a quella di una pagina che è citata molto. Questo processo può essere itarato illimitatamente. L'unico limite è l'ampiezza della base dati e la potenza di calcolo disponibili. (Qunidi se si ha la seconda la scommessa era puntare sulla prima, nel 2004 google contava 8 miliardi di pagine contate poi il dato non è stato più comunicato)
Il fatturato di Google del 2008 è stato di 21 miliardi di dollari, il 98% derivava da entrate pubblicitarie.

possibilità di creare profili delle persone sempre più accurati attraverso internet e il social networking (p.100 quando parla dei sistemi di controllo dei giocatori di Las Vegas, p.112 quando parla di facebool)