"A lei piace tutto questo?" (uno studente chiede a Calvino a prposito del giardino del palazzo imperiale di Kyoto, ndr)
"Io non posso fare a meno di pensare che questa perfezione e armonia è costata tanta miseria a milioni di persone, per secoli."
"ma il costo della cultura non è sempre questo?" obietto. Crearsi uno spazio e un tempo per riflettere e immaginare e studiare presuppone un'accumulazione di ricchezza, e dietro a ogni accumulazione di ricchezza ci sono vite oscure sottoposte a fatiche e sacrifici e a oppressioni senza speranza. Ogni progetto o immagine che permetta di tendere a un altro modo d'essere fuori dell'ingiustizia che ci circonda porta il marchio dell'ingiustizia senza la quale non sarebbe stato concepito.
"Sta a noi vedere questo giardino come lo spazio d'un altra storia, nato dal desiderio che la storia risponda ad altre regole - dico, ricordandomi d'aver letto di recente un'introduzione di Andrea Zanotto in cui quest'idea è applicata al Canzoniere di Petrarca -, come la proposta d'uno spazio e d'un tempo diversi, la dimostrazione che il dominio totale del frastuono e del furore può essere messo in crisi..."
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