lunedì 5 settembre 2011

crisi 2008 III

Il modo in cui operavano società come JP Morgan o Lehman Brothers aveva ormai poco a che fare con le attività bancarie tradizionali. Una banca non si limitava più a concedere un prestito e a segnalarlo sui libri. Adesso il prestito era un punto di partenza e generava il primo anello di una catena di cartolarizzazione che distribuiva il rischio del prestito fra decine, se non centinaia e migliaia di parti. La cartolarizzazione doveva servire a ridurre il rischio e aumentare la liquidità, ma in realtà significava che gli istituti e investitori erano interconnessi tra loro nel bene e nel male. Un fondo pensioni comunale in Norvegia poteva avere nel suo portafoglio mutui subprime californiani senza neppure saperlo. A peggiorare le cose, molte società finanziarie avevano preso a prestito somme rilevanti dando a garanzia questo genere di titoli, facendo ricorso alla cosidetta leva finanziaria per amplificare i ritorni. Ciò non fece che acuire il male quando i titoli cominciarono a perdere valore.

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