venerdì 23 settembre 2011
raumlabor berlin
domenica 18 settembre 2011
nuove riviste di architettura (critica)
http://www.abitare.it/it/design/la-febbre-delle-riviste-indipendenti/
San rocco
New Geographies (Harward)
DOMA (macedonia)
http://www.mascontext.com/
http://kaleidoscope-press.com/
Beyond: Short Stories on the Post-Contemporary (Nata in portogallo ma legata al mondo anglosassone)
Block. Architecture etc…(londinese, Sergison bates e altri)
Generalist. Magazine for Architecture (Dipartimento di Architettura della Technische Universität Darmstadt)
Criticat (parigi)
Conditions. Independent Scandinavian Magazine for Architecture and Urbanism (Norvegia)
http://junkjet.net/ (germania)
Face B. Architecture from the other side
MONU. Magazine on Urbanism (olanda)
Apartamento. An everyday life interiors magazine (Barcellona Milano)
Pula (collettivo croato di Pula)
New City Reader. A Newspaper of Public Space
Un’altra tendenza abbastanza frequente è la sperimentazione dei formati, in particolare mappe, pieghevoli e poster. MAP. Manual of Architectural Possibilities è un foglio pieghevole con disegni molto in stile Bartlett, di Peter Cook, e accompagnati da riflessioni poetico-oniriche su temi poco idillici come “quarantena” o “antartica”. Promossa dal giovane architetto David Garcia, MAP, grazie al fatto di esser venduta a un prezzo abbastanza accessibile, ha riscosso un buon successo presso gli studenti.
Da un articolo di Francisco Gonzalez de Canales su Abitare on-line
San rocco
New Geographies (Harward)
DOMA (macedonia)
http://www.mascontext.com/
http://kaleidoscope-press.com/
Beyond: Short Stories on the Post-Contemporary (Nata in portogallo ma legata al mondo anglosassone)
Block. Architecture etc…(londinese, Sergison bates e altri)
Generalist. Magazine for Architecture (Dipartimento di Architettura della Technische Universität Darmstadt)
Criticat (parigi)
Conditions. Independent Scandinavian Magazine for Architecture and Urbanism (Norvegia)
http://junkjet.net/ (germania)
Face B. Architecture from the other side
MONU. Magazine on Urbanism (olanda)
Apartamento. An everyday life interiors magazine (Barcellona Milano)
Pula (collettivo croato di Pula)
New City Reader. A Newspaper of Public Space
Un’altra tendenza abbastanza frequente è la sperimentazione dei formati, in particolare mappe, pieghevoli e poster. MAP. Manual of Architectural Possibilities è un foglio pieghevole con disegni molto in stile Bartlett, di Peter Cook, e accompagnati da riflessioni poetico-oniriche su temi poco idillici come “quarantena” o “antartica”. Promossa dal giovane architetto David Garcia, MAP, grazie al fatto di esser venduta a un prezzo abbastanza accessibile, ha riscosso un buon successo presso gli studenti.
Da un articolo di Francisco Gonzalez de Canales su Abitare on-line
postilla città-isole di fondazione
A seguito del precedente post vorrei citare la notizia trovata su yahoo news riguardo "second life" che è in totale declino e prossimo alla chiusura. Insomma gli Avatar non hanno funzionato. Quello che mi ha colpito e non conoscevo sta nel fatto che in Second life si potevano comprare "isole", come quelle "vere" che hanno fatto a Dubai (anche loro pare stiano fallendo).
isole-città di fondazione
Sul primo numero di "San Rocco" c'è un intervento di Eduard Sancho Pou dal titolo "pin ups, racetracks and baby elephants, or how to develop an artificial island Strategy" in cui si parla, con un taglio avvincente, della creazione di isole o terreni "artificiali".
L'articolo parte citando il gran premio di Abu Dhabi che viene corso sul circuito di Yas Marina, Situato sulla Yas Island, un'isola artificiale nel Golfo Persico sulla quale, oltre al circuito - che è un'imitazione del tracciato del gran premio di Monaco - si è sviluppata una specie di città.
L'articolo prosegue con l'interessante storia di Carl G. Fisher, americano, che diventato ricco grazie ad un brevetto per le lampade ad acetilene da mettere sulle macchine (intuì la diffusione delle autovetture) creò prima il circuito di Indianapolis nel 1909 (intuì presto il divertimento per le masse) e poi bonificò tutta l'area su cui sorse Miami beach.
E' interessante questo articolo perché si apre con una domanda: è più conveniente costruire su del terreno artificiale rubato al mare o sulla terra esistente?
La storia di Miami Beach e di altre storie simili (mi viene da pensare alla baia di Tokyo, alle bonifiche fasciste, ecc.) fa propendere per una risposta però l'articolo, nel finale, tornando a parlare di Yas Island, pone molti dubbi sulla durata e solidità di queste operazioni e si conclude con questa considerazione che fa molto riflettere e si ricollega al discorso fatto con Alessandro nell'articolo proposto per quel numero di San Rocca da me a Ale sull'importanza delle infrastrutture.
"Miami was saved (da un uragano del 1926 e dalla crisi economica del 1929) tahnks to its infrastructure, thanks to Fisher's Dixie Highway, which allowed for various migrations and the city's repopulation. Yas Marina, in contrast, has no motorways to connect it to large masses of people; it lacks that umbilical cord to the middle class." p 102
giovedì 8 settembre 2011
ore giapponesi I. sul matrimonio
Come al solito gli amanti, lasciati in pace, sarebbero forse stati felici; ma non si sposa mai una donna od un uomo, bensì un ambiente, una società. E questi sono stati duri sin dall'inizio, sia da parte giapponese che da parte americana.
p 108
Fosco Maraini, Ore Giapponesi, Ed. Corbaccio, Nuova Edizione, Milano 2000
p 108
Fosco Maraini, Ore Giapponesi, Ed. Corbaccio, Nuova Edizione, Milano 2000
lunedì 5 settembre 2011
crisi 2008 III
Il modo in cui operavano società come JP Morgan o Lehman Brothers aveva ormai poco a che fare con le attività bancarie tradizionali. Una banca non si limitava più a concedere un prestito e a segnalarlo sui libri. Adesso il prestito era un punto di partenza e generava il primo anello di una catena di cartolarizzazione che distribuiva il rischio del prestito fra decine, se non centinaia e migliaia di parti. La cartolarizzazione doveva servire a ridurre il rischio e aumentare la liquidità, ma in realtà significava che gli istituti e investitori erano interconnessi tra loro nel bene e nel male. Un fondo pensioni comunale in Norvegia poteva avere nel suo portafoglio mutui subprime californiani senza neppure saperlo. A peggiorare le cose, molte società finanziarie avevano preso a prestito somme rilevanti dando a garanzia questo genere di titoli, facendo ricorso alla cosidetta leva finanziaria per amplificare i ritorni. Ciò non fece che acuire il male quando i titoli cominciarono a perdere valore.
p94
p94
crisi 2008 II
RIASSUNTO DELLA CRISI
La questione immobiliare, aveva creduto (Barnanke, presidente della FED nel agosto 2007), era limitata alla crescita dei prestiti subprime a debitori che possedevano un credito scarso. Anche se il mercato dei subprime era spuntato come un fungo, crescendo fino ad ammontare a 2 trilioni di dollari, restava ancora soltanto una frazione del mercato americano totale dei mutui ipotecari, che ammontava a 14 trilioni di dollari.
L'analisi tuttavia non teneva conto di una serie di fattori critici, come il fatto che il legame fra il mercato immobiliare e il sistema finanziario era ulteriormente complicato dal ricorso crescente a derivati esotici. Titoli il cui reddito e valore derivavano da un insieme di mutui ipotecari venivano amalgamati, affettati, e nuovamente riconfiguarati, e in breve tempo andavano a costituire la base di nuovi prodotti di investimento venduti col nome di collateralized debt obbligation (cdo).
p.94
La questione immobiliare, aveva creduto (Barnanke, presidente della FED nel agosto 2007), era limitata alla crescita dei prestiti subprime a debitori che possedevano un credito scarso. Anche se il mercato dei subprime era spuntato come un fungo, crescendo fino ad ammontare a 2 trilioni di dollari, restava ancora soltanto una frazione del mercato americano totale dei mutui ipotecari, che ammontava a 14 trilioni di dollari.
L'analisi tuttavia non teneva conto di una serie di fattori critici, come il fatto che il legame fra il mercato immobiliare e il sistema finanziario era ulteriormente complicato dal ricorso crescente a derivati esotici. Titoli il cui reddito e valore derivavano da un insieme di mutui ipotecari venivano amalgamati, affettati, e nuovamente riconfiguarati, e in breve tempo andavano a costituire la base di nuovi prodotti di investimento venduti col nome di collateralized debt obbligation (cdo).
p.94
crisi 2008
Ad agosto 2007 la Fed nelle persone di Kashari, Swagel, ed altri (il direttore della FED era Barnanke) preparano una relazione dove hanno intuito i rischi legati ai mutui subprime e la conseguente potenziale insolvenza delle banche.
Però fino a poco prima avevano sottovalutato quanto fossero rischiosi i titoli legati a questi mutui. La "spia" arrivò dall'Europa dalla banca Bnp Parisbas <>La completa evaporazione della liquidità in certi segmenti del mercato americano della cartolarizzazione ha reso impossibile valutare correttamente certe attività a prescindere dalla loro qualità o dal loro rating di credito>> spiegò la banca. Era un segnale agghiacciante che i trader consideravano gli asset legati ai mutui ormai radioattivi, non negoziabili a qualsiasi prezzo. La Banca Centrale Europea reagì con prontezza pompando quasi 95 miliardi di euro nei mercati monetari in euro: un'iniezione di contanti maggiore di quella che aveva fatto seguito agli attacchi dell'11 settembre. p 92
Però fino a poco prima avevano sottovalutato quanto fossero rischiosi i titoli legati a questi mutui. La "spia" arrivò dall'Europa dalla banca Bnp Parisbas <
Iscriviti a:
Post (Atom)