domenica 23 gennaio 2011

giap!



http://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%B5_Nguy%C3%AAn_Gi%C3%A1p

Libro dei Wu Ming, pubblicato nel 2003 da Giulio Einaudi editore
Storie per attraversare il deserto.

Tre anni di narrazioni e movimenti

Catrame




Un giallo o meglio un noir ambientato a Calvairate un quartiere dormitorio di Quarto Oggiaro a Milano.
Un poliziotto ligio al dovere, i servizi segreti, il terrorismo degli anni di piombo che riemerge. Come viene scritto in seconda di copertina "un groviglio di fili elettrici che affondano nel terreno della nostra storia recente". E' stato il romanzo d'esordio di questo autore.
Giuseppe Genna era dentro il collettivo di Luther Blisset


Catrame, Giuseppe Genna, Arnoldo mondadori editore, 1999, Milano.

sabato 22 gennaio 2011

che la festa cominci




I libri di Ammaniti mi catturano. Scrive in un modo tale da incollarti al libro. Mi piacerebbe fare un'analisi un po' più approfondita della struttura narrativa dei suoi romanzi per capire come riesce a creare questa tensione che fa entrare il lettore nel racconto. Un espediente che usa spesso è quello di far correre due o tre storie parallele che all'inizio non hanno niente a che fare tra loro e lasciar intuire che prima o poi si incroceranno.
I suoi personaggi sono delle caricature che però sono anche specchi precisi di realtà contemporanee. Inoltre ha un'ironia e un sarcasmo sottili e sa creare delle situazioni realmente comiche.
Mi sembra anche attento all'ambientazione delle sue storie e alla descrizione o meglio alla resa nel testo di questi luoghi.
In particolare in questo romanzo ho scoperto Villa Ada A Roma. Da visitare assolutamente.

http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Ada_(Roma)


"Il suo segreto era starsene abbastanza vicino alla vita, in modo da poter osservare l'orrore dell'umanità con sarcasmo, ma mai dentro. Ora invece era in mezzo a quel circo e non si sentiva diverso da quei pagliacci. Era meglio rimanere zitto, in un atteggiamento riflessivo da scrittore." p.204

citazione de l'Amleto di Shakespeare a p. 127
"Da qualche tempo, non so perché, ho perso tutto il mio buonumore e ho abbandonato ogni esercizio. E in realtà son così giù d'umore che questo bell'edificio, la terra, mi sembra un promontorio sterile, questa volta d'aria stupenda, quello straordinario firmamento lassù, quel tetto maestoso trapuntato di fuochi d'oro, ebbene a me non pare che una massa lurida e pestifera di vapori. Che opera d'arte è l'uomo, com'è nobile la sua ragione, infinito nelle sue capacità, nella forma e nel muoversi esatto e ammirevole, come somiglia a un angelo nell'agire, a un Dio nell'intendere: la beltà del mondo, la perfezione tra gli animali, eppure, per me, cos'è questa quintessenza di polvere? L'uomo non mi piace e nemmeno la donna."

"Sì, l'imprevedibile chef bulgaro adorava la fame e odiava l'appetito. L'appetito era l'espressione di un mondo satollo e soddisfatto, pronto alla resa. Un popolo che assapora invece di mangiare, che stuzzica invece di sfamarsi, è già morto e non lo sa. La fame è sinonimo di vita. Senza fame l'essere umano è solo una parvenza di sé stesso e di conseguenza si annoia e comincia a filosofeggiare." p. 277

Niccolò Ammaniti, che la festa cominci, 2009, Einaudi, Torino

Dan Flavin riflessione




Leggendo la tesi di Federica sulle installazioni di Dan Flavin a Villa Panza a Biumo mi viene da fare la riflessione, probabilmente molto banale e meglio formulata già da altri, che ciò che rientra nella categoria di opere d'arte è oggi qualcosa che crea delle situazione particolari di percezione. Ovvero le opere d'arte sono come dei dispositivi (spaziali, concettuali, raramente figurativi) che creano una situazione o un'atmosfera che dispongono il fruitore in un certo modo e ,a volte gli comunicano qualcosa. Mi sembra importante sottolineare la differenza tra opere informano e comunicano. Nel senso che l'informazione è codificata e decodificata la comunicazione può avvenire attraverso canali altri che non presuppongono una codifica-decodifica (mi riferisco in particolare alla pittura religiosa ad esempio).
A tal proposito mi viene in mente il film di Bellocchio "l'ora di religione" dove una presunta insegnante di religione, parlando al protagonista che è un pittore, gli dice che nei suoi quadri lui esprime il meglio e sembra più concentrato non sulle figure ma nel contorno e poi aggiunge "Come i pittori del rinascimento che potevano esprimere il meglio nello sfondo, nel poco spazio che le figure dei santi lasciavano libero.

domenica 9 gennaio 2011

Il castello bianco

Letto durante le vacanze.
Mi piacerebbe leggere un altro libro dello stesso autore tradotto da un altro traduttore.


http://www.mondimedievali.net/Rec/pamuk.htm

http://liblog.blogdo.net/narrativa/il-castello-bianco-oran-pamuk/

http://borislimpopo.wordpress.com/2007/10/02/il-castello-bianco