martedì 15 febbraio 2011
Leporello
“Leporello è un nome irresistibile-con le sue reminiscenze medievali, l’aura di lebbra e naturalmente la creatura cantata da Mozart e Da Ponte nel Don Giovanni-. E proprio a causa del noto "catalogo è questo", sulle cui ante a fisarmonica il servitore di Don Giovanni si appunta le conquiste del padrone, il "leporello" è diventato nel gergo di grafici e stampatori un gesto tipografico, una modalità per mezzo della quale i contenuti di un libro vengono ordinati secondo una sequenza che attraversa lo spazio, lo taglia come un colpo di scimitarra avvertito in 3D , ne srotola gli effetti, con la stessa attenzione di due dita che tirano via da una scatola le istruzioni di qualche arcano mistero, alla stregua di un rito, un insieme di formule, una litania.”
Gianluigi Ricuperati
Da “Il Sole 24 ore” del 13 febraio 2011-02-15
Un articolo che parla del libro della candese Anne Carson intitolato Nox edito dalla casa New Directions.
“…ed è precisamente questo: un leporello, chiuso dentro una scatola di un grigio-ocra spento e solenne, che assomiglia davvero a una pietra che riesce a essere allo stesso tempo tombale e angolare.”
Narra la storia di una donna separata dal fratello da anni che apprende della sua morte e ricostruisce, come un diario, un racconto. “Ci sono frammenti di lettere, francobolli, stampe, ritagli, pezze giustificative di una vita che non si è conosciuta abbastanza: c’è un viaggio in Danimarca, ci sono ricordi d’infanzia, la chiesa in cui si è svolto il funerale, e ancora domande senza risposta, e illuminazioni senza domani. Nox è un libro-mostra, un passo assai complesso e ricco verso la definitiva conquista del libro-oggetto da parte di tanti autori letterari che apprezzano la comodità dell’e-book ma sanno che gli esseri umani hanno bisogno di soddisfazione e non solo di comodità. Prima o poi qualche curatore d’arte dovrà soffonderlo nelle sale di una galleria o di un museo, proprio perché contiene una sottigliezza classica e una profondità esperienziale che molri artisti convertiti alla narratività si sognano”
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